Il nuovo decreto del 18 maggio 2020 – nonostante le regole più o meno restrittive – permette la riapertura di molte attività tra le quali ristoranti, parrucchieri, centri estetici, luoghi di culto e in certi casi musei. Molte imprese e realtà che per il distanziamento sociale vengono considerate “a rischio”.
Ma non finisce qui, perché sempre nel decreto, ed in attesa di qualche ulteriore chiarimento, si lascia intravedere qualche spiraglio importante anche in merito alla possibilità di una ripartenza nel mondo degli spettacoli.
Eventi limitati a 250 posti nei luoghi chiusi e 1000 nei luoghi aperti a quanto pare, poca cosa, ma di certo un ottimo segnale soprattutto se si pensa a cosa ci veniva detto anche solo due settimane fa…
Proprio nello stesso giorno arriva inaspettata (forse no) questa dichiarazione di Assomusica che porta la firma di tutte le grandi agenzia di booking del settore e che in maniera inequivocabile dice che per un anno i grandi eventi si fermeranno. (LINK)
Prendendo atto del comunicato, ci auguriamo che vi sia un “piano B”, e che presto potremo comprendere le reali motivazioni e le strategie di una presa si posizione così netta, vista anche la velocità con cui il resto del mondo sembra voler ripartire, anche lato eventi.
Soprattutto ci chiediamo, in considerazione della tendenza dei dati che sembrano darci finalmente un po’ di respiro ed un cauto ottimismo, se non era il caso di lasciare aperta la possibilità di un ripartenza nei mesi autunnali. Peraltro, siamo sicuri che le leggi, i decreti ed anche il Governo sia lo stesso da qui a fine estate?
Visto che il comunicato cita esplicitante i “grandi eventi”, noi rimaniamo ben fiduciosi, perché ciò non toglie che quella del 2020 potrà essere l’estate degli eventi piccoli, misurati, con produzioni sostenibili e che, magari, daranno spazio alla musica suonata e di qualità.
Certo che le limitazioni nel numero di spettatori ad oggi imposte impediscono ancora i grandi concerti, ma rimaniamo del parere che, con buone idee e l’inventiva che ci contraddistingue, c’è ancora margine per non far fermare tutta la filiera!
D’altra parte, lo diciamo con grande trasparenza e franchezza, proprio Assomusica in più di un’occasione ha dato l’impressione di non riuscire a rappresentare – e forse neppure volersi occupare – tutto settore, ma piuttosto di occuparsi nella sostanza delle grandi aziende che di fatto la compongono.
Vogliamo comunque mantenere uno spirito positivo convinti che, svincolati dalle rigide regole commerciali alle quali sembrano essere legati i grossi promoter, e muniti di flessibilità e spirito di iniziativa, saranno proprio le aziende più piccole che sapranno proporre ed inscenare format interessanti e funzionali, sia dal punto di vista artistico, sia dal punto di vista commerciale. Tanti piccoli eventi sparsi nel territorio? Perché no!
Tutto ciò detto, non rimane che aspettare le prossime direttive ufficiali visto che, mai come negli ultimi mesi, ci hanno abituato a dichiarazioni e ritrattazioni, tutti, nessuno escluso…
Stay tuned!
La Redazione
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