Ciò che ha caratterizzato il prolight + sound 2016 per quanto riguarda le fixture luci in generale non riguarda l’introduzione di nuovi concept, ma piuttosto una miglioria di ciò che è stato prodotto negli ultimi anni agendo principalmente sulla qualità della sorgente e delle lenti all’inseguimento di un CRI elevato e l’attenzione sempre più elevata verso il settore televisivo, su fattori importanti come peso e dimensioni e su caratteristiche aggiuntive che puntano a migliorare il prodotto.
Un esempio è dato dalla piccola azienda italiana SM International con la prima apparizione in pubblico di DeLight, caratterizzata dallo zoom “Solid state” che permette di evitare l’utilizzo di uno zoom meccanico, sostituito con un sistema che riduce significativamente il peso della fixture dato dalla variazione della frequenza dell’onda elettrica che determina l’angolo di riflessione sullo strato di pellicola posto tra la sorgente e la lente creando un effetto zoom. La fixture è composta da una sorgente LED COB 3in1 RGB full color o, in alternativa, sono presenti le versioni warm white e cold white, con temperatura da 3000K a 6000K, 4in1 RGBW e 4in1 RBBG con CRI>95. Altra particolarità simbolo dell’ingegnosità che caratterizza il Made in Italy è il sistema di assemblaggio che permette di collegare più barre tra loro in configurazione array o matrice anche con curvatura variabile.
Rimanendo nel campo delle LED Bar, Clay Paky ha introdotto quest’anno SharBar, una barra LED motorizzata capace di creare effetti multi-beam originali e composta da sei LED Osram Ostar RGBW da 30W ciascuno e da un gruppo ottico indipendente associato ad ogni LED. Grazie al particolare sistema motorizzato a doppio specchio, ogni fascio di luce può essere manovrato indipendentemente dagli altri all’interno di un cono di 60° (+/-30°) creando un effetto simile a quello di 6 proiettori beam separati che possono lavorare in maniera sincronizzata o asincrona.
Robe ha invece proposto una barra LED motorizzata con pan/tilt infiniti e 5 LED multi-chip RGBW da 30W denominata Linee e dotata di uno zoom da 4° a 33°, con pixel controllabili singolarmente. Lo zoom permette la creazione di veri fasci beam, mentre le porte ethernet insieme al protocollo Kling-Net permettono l’utilizzo come pixel mapping e video mapping.
Ache D.T.S. ha messo in campo una propria barra LED evoluta, Katana capace di esprimere un fascio luminoso del tutto nuovo definito dall’azienda un “dynamic blade projection”. E’ composto da 12 LED Full Color RGBW da 20W capaci di esprimere 9600 Lumens con possibilità di controllo del singolo LED che, accoppiati ad un gruppo ottico custom con zoom da 3.5 a 40 gradi, permettono la creazione di effetti wash fino a una vera e propria lama di luce.
Infine presso lo stand Ayrton abbiamo avuto l’opportunità di osservare le caratteristiche di MagicBlade R, una barra LED con doppia rotazione PAN/TILT composta da sette LED RGBW flicker free e una particolare ottica da 4,5° che permette la creazione di veri e propri “tappeti di luce” compatti e di grande effetto. La potenza di uscita è pari a 2500 lumen e può essere controllato via DMX-RDM, Art-Net o tramite connessione wireless LumenRadio.
Per quanto riguarda le teste mobili tradizionali, anche qui abbiamo notato migliorie per quanto riguarda gruppi ottici e risparmio in termini di peso e dimensioni oltre ad una attenzione verso il mercato medio-piccolo. Un esempio è Core di D.T.S., una fixture con un rapporto qualità prezzo estremamente conveniente in cui non sono presenti molte features – ad esempio la miscelazione RGB/CMY – ma capace di esprimere 1530000 lux a 5mt con zoom lineare 2-39 gradi in un peso di soli 22 kg.
Altri esempi arrivano da Martin che ha introdotto MAC Axion Hybrid dotato della stessa tavolozza colori del Viper, ruota gobos, zoom e iris e caratterizzato da un sistema ottico ad alta precisione in un peso di solo 24 kg o da Robe con Spikie, un piccolo LED WashBeam super veloce che utilizza un LED RGBW da 60W con una speciale lente frontale da 110mm che produce un beam estremamente solido e preciso. Altro esempio arriva da JB Lighting con il nuovo Spot P7 dotato invece di miscelazione CMY con sorgente LED da 270W e 11500 lumen ad 1mt, wireless integrato, 2 ruote gobo 2 ruote colori, zoom 8-48 gradi il tutto in un peso estremamente ridotto di soli 17kg.
Spostandoci nel settore delle fixture convenzionali, Adam Hall ha introdotto Zenit z 120, un par64 ip65 con connettori neutrik dotato di LED COB da 120w RGBW flicker free. La caratteristica in evidenza di questo prodotto è che si tratta di una fixture capace di generare una luce omogenea senza sbordature anche quando vengono miscelati più colori. Inoltre risulta estremamente compatta e silenziosa, consigliata quindi per teatri e applicazioni televisive.
Migliorie interessanti e funzionali arrivano anche da Arri con SkyPannel, una fixture presentata un anno fa ma ricca di nuove funzionalità grazie al nuovo firmware che permette ora la regolazione del plus e minus green insieme ad una migliore gestione dei LED, l’introduzione di nuove curve di regolazione intensità, la simulazione degli standard colore LEE e Rosco e altro ancora.
Spotlight ha completato invece la serie 450W a LED con i modelli spot, fresnel e profile con 3 diverse ottiche intercambiabili. La cura e l’elevata personalizzazione delle fixture ha permesso la realizzazione di 4 versioni (3200, 5600 e RGBW) con la presenza comune di un canale bianco puro costruito con la tecnologia dei fosfori che permette una miscelazione precisa oltre alla realizzazione di colori ben definiti.
Un piccolo accenno al mondo dell’architetturale con importanti novità arriva da Clay Paky con l’introduzione della linea Odeon composta da oltre 30 modelli e disponibili nelle versioni flood e lineare con ottiche da 15°, 25°, 45° e configurazioni RGBW, Tunable White e total White.
Chiudiamo con le “varie ed eventuali” ovvero strutture ed effetti speciali, settori dai quali provengono quelle che a nostro avviso sono le novità in termine di innovazione.
ProLyte ha introdotto Verto Truss, un sistema di aggancio tra moduli truss che potrebbe essere accompagnato dal motto “addio spine, coppiglie e martello”. Grazie a questa implementazione il sistema di connessione tra strutture risulta essere veloce, silenzioso e soprattutto sicuro. A pensarci bene un sistema del genere offre benefici non indifferenti a partire dal fatto che i tecnici possono lavorare senza attrezzi particolari e sono in grado di disallestire una struttura in piena notte rapidamente (è stata stimata una velocità pari a 10 volte i sistemi tradizionali) e producendo un rumore che va da 55dB a 80dB massimi.
Infine parlando di macchine smoke o hazer, potremmo invece utilizzare il motto “addio alla caldaia”, con l’azienda canadese MDG che ha realizzato una particolare serie dotate di un sistema che non fa uso di caldaie per la produzione di fumo e per questo estremamente silenziosa, solida ed eco-friendly grazie ai particolari sistemi di riciclo che non consentono il deposito di residui oltre all’utilizzo di sostanze non infiammabili.
Walter Lutzu
ZioGiorgio Team
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