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Channel: Aldo Chiappini, Author at ZioGiorgio.it
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e se io non ti pago?!

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Questa dei pagamenti posticipati è una abitudine tutta italiana, quantomeno nelle tempistiche epiche e nei risvolti talvolta grotteschi di alcune storie che nel tempo ci sono state riportate.
Soprattutto in questi anni, con la crisi infinita che l’Italia sembra attraversare, sembra quasi impossibile sfuggire a questo sciagurato fenomeno di mal costume che, come è risaputo, riguarda persino lo Stato e gli enti pubblici, che sono cattivi pagatori per antonomasia.

debitoAncora più incredibile quando i non pagatori sono personaggi legati alle istituzioni che, tramite abili giochi di potere si negano, scaricano responsabilità sul prossimo o, semplicemente, si ostinano a non pagare restando di fatto impuniti. Andando oltre l’indignazione, lecita e sacrosanta, vorremmo domandarci in un esercizio di pensiero pseudo-serio come mai succedono queste cose e, se possibile, come si possano evitare. Forse molti dei consigli contenuti in questo articolo sono ben chiari alle aziende “navigate” del settore, ma siamo altrettanto sicuri che molte aziende giovani là fuori potranno apprezzare qualche piccola dritta.
E’ possibile in maniera preventiva fiutare il pericolo ed evitare personaggi poco raccomandabili? Nella malaugurata ipotesi che ci si trovi nella posizione di dover ricevere dei soldi, quali sono i passi da percorrere e quali i grossolani errori da evitare?

Ecco a voi qualche precauzione e qualche piccolo consiglio per prevenire la “fregatura”…

Contratto preliminare:

In un recente viaggio in macchina un amico imprenditore si meravigliava come spesso, sia nel pubblico che nel privato, molte aziende del nostro settore non firmino un Contratto Preliminare con il committente.
Pensateci bene, quante volte avete cominciato a lavorare – movimentando materiali e persone – ad uno show o ad una installazione senza un accordo scritto, ma semplicemente sulla base di un accordo verbale? Sono sicuro che in molti non considerano neppure le mail che, in certi casi, possono essere una testimonianza importante. Forse molti pensano erroneamente che la formalizzazione contrattuale possa appesantire o addirittura compromettere la chiusura dell’accordo, che invece si rivela, in caso di necessità, un’ottimo paracadute.
Potete benissimo prendere un qualsiasi contratto standard reperibile in rete ed adattarlo alle vostre esigenze, specificando sempre con perizia l’anagrafica di aziende e persone, date, scadenze e mansioni. Tra più utilizzati e versatili c’è senza dubbio il modello OScon, valido un po’ per tutte le situazioni e rilasciato sotto licenza Creative Commons (buona ricerca).

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Acconto sul prezzo:

L’acconto sul prezzo pattuito è uno strumento utile ed efficace per ridurre il rischio di insolvenza e per mantenere alla larga i furbetti o i clienti in mala fede. In questo caso potrebbe bastare anche una semplice scrittura privata che chiarisca in maniera inequivocabile la causale del pagamento in acconto e la tipologia del servizio erogato. Questa possibilità è praticamente un miraggio con gli enti pubblici che, per contro, sembrano essere legittimati a pagare con ritardi imbarazzanti, addirittura di anno in anno, quando va bene: “ok, faccio il lavoro di quest’anno se mi paghi almeno una parte del dovuto dell’anno scorso…”, suona familiare?

Banche dati:

Oltre al sempre efficace passa parola tra professionisti forse non tutti sanno che esistono banche dati che elencano i cosiddetti “cattivi pagatori”. Ne potete trovare di consultabili sia gratuitamente sia a pagamento in internet talvolta le liste sono divise per campi e business. Attenzione però alle cosiddette SIC (Sistemi di Informazioni Creditizie) dove vanno a finire molte aziende e professionisti che sono stati segnalati perché hanno “semplicemente” saltato o ritardato il pagamento di una o più rate di un finanziamento, questo non vuole necessariamente dire che siano farabutti…

Visura camerale:

Dovete fornire un servizio ad una azienda che non conoscete per nulla? Con un paio di click e pochi euro si ottiene facilmente la Visura Camerale di quell’azienda che vi dirà informazioni sul vostro cliente, in merito alla proprietà (non sempre purtroppo) più alcuni altri dettagli utili per comprendere con chi si ha a che fare.

E se, presa ogni precauzione, il committente non paga ugualmente? Ecco come muoversi e soprattutto cosa NON fare.

Il nostra avvocato di fiducia, senza perdersi in discorsi tecnici e talvolta incomprensibili ai più, ci è venuto in aiuto dicendoci che intanto è bene distinguere tra due sostanziali forme di mancato pagamento: un mancato pagamento in buona fede ed un mancato pagamento in cattiva fede.
Nel primo caso il committente quando ha assunto l’impegno di pagarci era genuinamente convinto di volerlo fare e di poterlo fare. Poi succede qualcosa che crea loro un impedimento, una mancanza improvvisa di liquidità, un incidente di percorso che distrae le risorse impegnate per i nostri servizi o anche l’insoddisfazione per il lavoro che abbiamo consegnato. In questo caso la pazienza e la mediazione sono sempre l’arma migliore evitando – testuali parole dell’avvocato stesso – le vie legali, almeno in una prima fase. Meglio pensare ad un piano di rientro rateale instaurando un buon dialogo tra le parti.

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Nel secondo caso siamo al cospetto di un delinquente ed in questo caso la cosa migliore è rivolgersi ad un legale soprattutto per evitare errori e azioni compromettenti che potrebbero poi ritorcersi contro noi stessi. Il primo suggerimento, che dovrebbe essere ovvio, è evitare mail o sms offensivi e/o minatori, gesti avventati e/o violenti (anche a parole) che potrebbero causare problemi legali di non poco conto, incorrendo in citazioni o denunce.
L’iter corretto è invece, come prima cosa, telefonare alla persona di riferimento o col quale si è fatto l’accordo e mantenere un tono comprensivo e disponibile.
Se la telefonata non ha alcun effetto – o peggio non si riesce proprio a ottenere la conversazione – si procede con una una raccomandata di sollecito con ricevuta di ritorno, che funge anche da formale lettera di costituzione in mora ai sensi dell’art. 1219 del Codice Civile, nella quale venga indicato un termine ragionevole (es. 15/20 giorni) per saldare la fattura.
Se anche questa, e alcune volte una seconda, non hanno effetto l’unica via è quella di farsi rappresentare da un avvocato cercando di documentare nella maniera migliore possibile la vicenda, eventualmente anche servendosi di materiale fotografico che attesti che il lavoro è stato eseguito regolarmente (fate sempre foto dei vostri lavori…ndr).
Attenzione bene, da questo punto in poi, una volta quindi che la pratica è stata presa in mano dagli avvocati, è sempre consigliabile interrompere qualsiasi dialogo diretto tra le parti lasciando la gestione del contenzioso in mano agli avvocati, a meno che non ci sia precisa volontà da parte della controparte a trovare un accordo concreto.

In conclusione, senza entrare nella materia specifica che non è di nostra competenza, con questo articolo magari non abbiamo risolto il problema dei pagamenti, però si può convenire che con un po’ di organizzazione preventiva, un po’ di malizia, diffidenza quanto basta e astuzia è forse possibile evitare la “sola” e, se arriva e quando arriva, gestirla nella maniera più corretta possibile.

Considerando che spesso un “no grazie” permette di risparmiare qualche soldino e guadagnare in salute, qualità e professionalità…

Aldo Chiappini
Editor-In-Chief

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