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Channel: Aldo Chiappini, Author at ZioGiorgio.it
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Sting a Firenze

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Quello di Sting a Firenze è un concerto di quelli che ricorderò a lungo. Uno delle rare volte che, mentre ascolti lo show, ti dimentichi del microfono della cassa, del compressore multi-banda, dei calcoli e della previsione acustica del software perché, semplicemente, sei rapito dalla musica, totalmente immerso ed avvolto da un suono puro, naturale, coinvolgente, semplicemente bilanciato.
Il tocco finale è quello del fonico Howard Page, un pacato signore inglese con qualche primavera alle spalle e tante sicurezze spiegate con semplicità e modestia.

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A ben vedere con una band pazzesca come quella sul palco (Vinnie Colaiuta alla batteria, Sting al basso e voce, David Sancious alle tastiere…devo andare avanti?) un sistema audio da primi della classe come Outline GTO ed un team tecnico di provata esperienza, restituire al pubblico un audio di qualità rappresenta forse il minimo sindacale. Offrire però un mix solido, vibrante e a tratti struggente è altra cosa, considerando poi che la pressione media durante la serata si attestava intorno ai 96dB, per buona pace dei “picchiatori”.

Ma cosa ha reso il mix tecnicamente così sensazionale? In primis la naturalezza, la purezza del suono, complice senza dubbio un sistema audio, il GTO, che fa di queste caratteristiche un punto di forza. In seconda istanza la gestione delle dinamiche, emozionanti, come dovrebbero sempre essere e, a conclusione, un lavoro sul range delle frequenze basse semplicemente perfetto.
Ed ecco che magicamente –  dopo diverso tempo – ho potuto riascoltare una grancassa che suonava realmente da grancassa e un basso elettrico sempre perfettamente a fuoco, dal suono caldo, reattivo così che si potevano finalmente distinguere gli appoggi armonici funzionali all’arrangiamento del brano e non quel generico “polpettone” iper-compresso di sottofondo che sembra andare di moda.
E non nascondo neppure che a fine concerto io – ma anche qualche collega presente in regia – ho pensato scherzando ma non troppo: “bene, la lezione è finita, adesso tutti a nanna!”.

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Mr. Howard Page, Fonico FoH.

ZioGiorgio.it: Mr. Page, già durante il sound check ho ascoltato un sound molto morbido e naturale. E’ questo quello che cerca in ogni show con Sting?

Howard Page: certo. Ricerco un suono sempre chiaro e definito settando il PA in maniera molto morbida, con risposta flat, come fosse uno studio monitor. Questo significa in primis togliere qualsiasi  componente fastidiosa rendendolo perfetto per l’ascolto in sala. Inoltre il pubblico di Sting ha forse qualche anno in più ed il segreto per un ottimo sound in un concerto è prima di tutto conoscere il pubblico…. Voglio dire, il suono di questo artista non può essere quello che si ha in un concerto di heavy metal con un pubblico di ragazzi giovani!

ZioGiorgio.it: parlando della parte bassa, la diffusione era veramente potente, impattante, ma con un sound decisamente coeso.

Howard Page: ecco un altro punto chiave nel settaggio di un sistema audio per live. Quando ascolto le note basse uscire dall’impianto voglio che il suono sia il più corto possibile, note ferme, coese. Il modo per ottenere una gamma bassa potente non è incrementare a dismisura il rapporto top/sub e neppure rendere la i subwoofers troppo prorompenti. Quello che puoi fare è creare un leggero shelf-filter enfatizzando sotto le 100 Hz ma il trucco è fare in modo che questo filtro non vada mai e poi mai sopra le 125 Hz perché è proprio tra 125 e 500 Hz che si ha la somma di molti strumenti musicali, è una zona critica! E’ un qualche cosa che puoi osservare tu stesso guardando lo spettro di emissione sonora di diversi strumenti musicali, ti accorgerai che tra 100 e 500 Hz c’è molta “roba” che suona. Quando apro il mio mix su un sistema che non conosco vada subito a verificare che non ci sia troppa enfatizzazione in questa particolare area. Devo osservare ahimè che molti moderni sistemi line array sono molto caricati timbricamente dall’estremo basso di banda fino a circa 2000 Hz e questo perché le case costruttrici fanno calcoli e settaggi teoricamente corretti ma senza tener conto di quel che succede in un mix dove si sommano diversi strumenti reali.

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ZioGiorgio.it: cosa chiedi al PA Man che ti assiste nell’ottimizzazione del sistema che andrai ad utilizzare?

Howard Page: questa è solo la seconda volta che utilizzo un sistema Outline ma quello che in generale faccio in fase di tuning è qualcosa che funziona con qualsiasi sistema, a patto di impiegare il giusto tempo nel fare le varie operazioni. Ed è anche quello che cerco di insegnare ai miei tecnici in Clair Bros (Howard è anche Senoir Engineer per Clair Brothers ndr). L’enfatizzazione al di sotto dei 100 Hz deve essere al massimo +2 o + 4 dB non di più e soprattutto, lo ripeto, bisogna evitare di “boostare” sopra le 100 Hz, si crea quasi sicuramente confusione ed anzi bisogna cercare di “pulire” il più possibile quella zona.
Outline GTO funziona perfettamente con questo espediente e sono riuscito ad ottenere facilmente un suono morbido e naturale su tutto lo spettro di banda.
Lasciami ringraziare i ragazzi del service perché hanno fatto un lavoro incredibile, ottenendo una copertura impeccabile su tutta la venue.

ZioGiorgio.it: mi pare di capire che il suo lavoro alla console è più “studio oriented”, anche visto e considerato l’uso di una Studer Vista 5 che è una scelta abbastanza inusuale dal vivo…

Howard Page: si, sono d’accordo che non è molto utilizzato come mixer desk live, probabilmente perché si tratta di una soluzione costosa! (sorridere divertito ndr). Ho lavorato con Studer per progettare questa console e in passato ho realizzato molte altre console, quelle analogiche sono la mia specialità. Trovo la Studer molto performante ma forse dal vivo è troppo complessa per molte persone. Ha molte possibilità di configurazione, un sistema illimitato di patching e ti permette di fare praticamente ogni cosa internamente. La ragione per cui è così costosa dipende dal fatto che contiene tutte le elettroniche e i pre-amp che si utilizzano in studio, che la rendono completamente differente da tutte le altre console disponibili sul mercato. Ecco perché la adoro.

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Studer Vista 5 direttamente in FoH.

Tornando alla domanda sul live mixing  devo dirti che il mio approccio non è assolutamente lo stesso che utilizzo in studio, e comunque preferisco non porre pregiudizi sul sistema o sulle modalità do lavoro. Ho progettato molti sistemi come senior engineer presso Clair Bros, e nel corso degli anni ho imparato cosa serve per realizzare un suono chiaro e pulito per un’audience ampia, specialmente in una arena. Il sistema deve riprodurre ciò che esce dalla console, da qui si parte.
Quando eseguo il setup degli strumenti di misurazione, faccio in modo che il canale di riferimento in uscita dalla console sia un mix mono, mentre l’altro canale sia il microfono di riferimento in ripresa. Voglio che le due sorgenti si allineino perfettamente in modo che ciò che esce dal mix sia esattamente ciò che esce dal sistema di diffusione. Se non agisci in maniera appropriata su di un sistema audio, o peggio aggiungi elementi di distorsione in fase di mixing, la spinta dei bassi all’interno del sound viene pregiudicata. Questo non deve mai accadere. Se voglio più spinta, la regolo con il sistema di equilizzazione e ciò rende inoltre perfetto il mix per una eventuale messa in onda.

ZioGiorgio.it: dinamiche e compressioni?

Howard Page: sebbene io stia usando compressione e processing direttamente dalla Studer, le applico solamente con parsimonia sulle voci giusto per mantenerle nel mix, ma quasi mai sugli altri canali. Ti dico che con un buon settaggio del P.A. si risolvono tutti i problemi…

ZioGiorgio: Alcuni colleghi dicono che nelle location ampie il sistema audio deve lavorare in mono e non in stereo, è d’accordo?

DSC01592Howard Page: preferisco il sistema in stereo piuttosto che mono, ma il panpot lo utilizzo per pochi strumenti, ad esempio per i tom della batteria e poco altro. Tuttavia, specialmente quando si lavora in esterno con ampi spazi, si deve essere molto attenti all’uso dell’immagine stereo proprio perché spesso solo la parte centrale dell’audience è in grado di sentire l’effetto stereo. Ho eseguito molti esperimenti con sorgenti laterali e queste devono essere rigorosamente in mono. Se amplificassi la batteria con un approccio stereo, le persone posizionate sulla destra sentirebbero inevitabilmente solo metà dell’immagine stereo.
Il mix mono deve essere estremamente preciso, a -6dB totali, così da ottenere lo stesso livello. Ed è inoltre importante che il time offset sia corretto tra il sistema principale e i side-arrays, perché se così non fosse, il pubblico difficilmente ascolterebbe il suono dal sistema principale. Bisogna sempre considerare che le persone che hanno acquistato il biglietto per i posti laterali devono ottenere un buon ascolto che però sarà per forza di cose un ascolto in mono, ma non per questo non gradevole.

Il sistema di oggi è stato pensato proprio per questo scopo, in modo da fornire un suono chiaro ed intelligibile. Non ho pregiudizi sui sistemi audio, anche perché nel prossimo futuro ci saranno altri show e troverò altri sistemi audio. Quando sei un vero sound engineer sei in grado di affrontare tutte le situazioni e tutti i sistemi e se sai come effettuare le regolazioni, le ottimizzazioni e come bilanciare il suono, non devono esserci problemi con impianti audio che siano di fascia professionale.

(Howard anticipa una domanda sul segnale di click che abbiamo sentito durante il sound check…ndr)

Come hai visto e ascoltato durante il sound check ho utilizzato un canale speciale con un click  per poi camminare lungo tutta la venue al fine di allineare il sistema. Fino a che non sento un singolo click in tutta la location il sistema non è allineato, semplice e chiaro.

ZioGiorgio: come lavori con i front fill?

Howard Page: il segreto è ottenere un suono potente dal sistema principale, mentre la chiarezza ed il dettaglio devono arrivare dai front fill. Su questi ultimi attenuo dai 200Hz a scendere, perché altrimenti potrei compromettere la chiarezza della diffusione. Utilizzo un delay solamente per ottenere un suono più pulito possibile dai front fill.

…a questo punto non abbiamo il coraggio e la voglia di fare altre domande, preferiamo ascoltare in silenzio quello che Mr. Page dice in merito ad una questione che gli sta molto a cuore, ed anche a noi…

Vuoi sapere qual è il problema principale nell’audio degli show dal vivo? Il problema principale è che molti grandi eventi sono rovinati dalla presenza di troppe basse frequenze. Prima mi hai fatto notare che il suono della grancassa è coeso, questo perché posso tenerlo alto quanto voglio senza interferire con nessun altro strumento. Se hai un suono della grancassa troppo lungo, quando la musica è in 4/4, il suono va oltre il tempo della singola battuta ed ecco creato il “pastrocchio”, confonderai tutto il mix.
Ciò che invece si dovrebbe cercare di ottenere è che il kick della cassa stia naturalmente all’interno della battuta. In location scomode o nelle grandi arene potrebbe esserci bisogno di un gate, ma di solito questo non è necessario.
Quando lavoro in queste situazioni, in fase di setting, come prima cosa abbasso tutti i sub e regolo il sistema principale in modo che sia perfetto, solo successivamente alzo di nuovo i sub, inizialmente piano, fino a che i sub stessi non lavorino come una estensione del suono dei top. In molti grandi festival i bassi sono davvero troppo alti, ottenendo uno sfalsamento del PA.
Questo è il segreto per un suono chiaro. Con Sting, considerato una leggenda vivente, devi dare al pubblico il suono che si aspetta di ascoltare. Con questo artista abbiamo molti anni di esperienza alle spalle, anche in esibizioni in cui era presente l’orchestra ed, a maggior ragione, era necessario lavorare con le giuste dinamiche, perché quando lavori con una orchestra non puoi semplicemente accendere e regolare i vari strumenti. Se questo è l’approccio puoi tranquillamente mandare tutta l’orchestra a casa per sostituire le parti con una tastiera, non so se mi spiego…

ZioGiorgio: per concludere, molte persone ascoltano la musica in modo forse scorretto utilizzando gli auricolari del proprio smartphone o altre diavolerie del genere. Cosa ne pensi?

Howard Page: il problema principale è la qualità della sorgente. Molti ascoltano MP3 di bassa qualità e questo ha avuto come conseguenza che le persone non sempre conoscono cosa sia l’alta qualità del suono. Tuttavia gran parte del pubblico di Sting ha una sensibilità maggiore nei confronti del suono, anche perché sono abituati ad ascoltare la musica su supporti migliori appartenenti al “passato” come i CD o vinili.

Potrei concludere dicendo che tu dai al pubblico ciò che ricordano del suono del disco e loro se ne vanno belli contenti. Non necessariamente perché è il miglior sound possibile, ma perché è esattamente ciò che si aspettano dallo show.

Poco prima del concerto scambiamo due parole con Angelo Catoni, proprietario del service Emporio On Stage di Scandicci, Firenze.

ZioGiorgio.it: Angelo, bentrovato, qual è il tuo ruolo in questo evento e cosa avete messo in campo?

Angelo Catoni: sono il titolare di Emporio On Stage, il service che mette a disposizione il materiale audio, luce e strutture e, novità di quest’anno, abbiamo fornito il sistema audio Outline GTO da poco acquistato. Quindi insieme e con l’aiuto di Outline abbiamo progettato l’impianto e di volta in volta ci siamo preoccupati di fornire alle varie produzione il sistema “ideale” in base alle esigenze specifiche: per esempio con i Massive Attack prediligendo e potenziando la parte delle medio basse e in un caso come questo di oggi ricercando una risposta il più naturale possibile.

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ZioGiorgio.it: che feedback hai avuto dalle varie produzioni in merito all’audio?

Angelo Catoni: ottimo direi, anche se le tra produzione straniere GTO non è una novità, molti lo hanno utilizzato in giro per il mondo mentre in Italia ho visto tecnici molto soddisfatti, curiosi e collaborativi. Un buon segnale.

ZioGiorgio.it: arrivano produzioni molte diverse, sia italiane sia estere, quali sono le situazioni più difficili da gestire dal tuo punto di vista ed in base al tuo ruolo?

Angelo Catoni: sono tutte situazioni di alto livello ed alcune, come in questo caso, veramente esigenti e con un livello professionalità altissimo, il meglio del meglio come in questo caso. Devo dire che sono felice di notare che riusciamo a tenere il passo fornendo una strumentazione ed un servizio allineati agli standard internazionali. Lasciami dire poi – ed è motivo di vanto – che è avere un sistema audio italiano, con amplificatori italiani (Powersoft) e gestito da tecnici tutti italiani da una soddisfazione in più!

ZioGiorgio.it: una scelta anche piuttosto coraggiosa quella di acquistare per primo in Italia un sistema così grande e non ricadere su uno dei due o tre marchi radicati da anni. Ma soprattutto mi interessa sapere come un proprietario di service come tu sei opera una scelta così importante e…onerosa!

Angelo Catoni: come prima cosa ho scelto Outline GTO perché sono convinto che sia al top, o comunque al pari degli altri che tutti conosciamo. Come seconda cosa devo confessarti che c’è stata una serie di eventi che mi hanno portato ad prendere questa strada. Due anni fa circa è partita la mia ricerca per acquistare un sistema audio che mi permettesse di alzare ulteriormente la qualità offerta dal mio service e ho cominciato a guardarmi intorno, ricercando comunque nel top di gamma. Ne ho ascoltati diversi ed ho sentito molti pareri tra i quali uno molto positivo proprio sull’ipotesi Outline da una persona della quale nutro grande fiducia e stima, Andrea Taglia, che forse tra i primi lo aveva utilizzato ed apprezzato con Andrea Bocelli. Un altro prodotto che volevo inserire nel parco audio del mio service erano gli amplificatori Powersoft  che considero ormai da anni il miglior prodotto sul mercato nel suo genere e, guarda caso, GTO usa proprio finali Powersoft.
Ma la scelta definitiva l’ho fatta nel dicembre 2015 quando ho potuto provare il sistema, rientrato momentaneamente dall’Inghilterra, sul campo insieme al team Outline col quale, fin da subito, si è instaurato un ottimo rapporto.

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da sx: Lorenzo Sassi, Outline’s Business Developer, Angelo Catoni e Luca Giaroli.

Approfittiamo di un altro momento pre-concerto per ascoltare il parere di Luca Giaroli, di Outline, che insieme al team audio Outline e ai tecnici del service Emporio On Stage ha pianificato e reso operativo il sistema audio montato all’Ippodromo delle Capannelle alle Cascine di Firenze.

ZioGiorgio.it: il concerto di Sting è sembrano terreno ideale per GTO. Howard Page, il fonico, vi ha ringraziato e ha ritoccato poco o nulla del set up da voi predisposto. Da dove parte il progetto audio e qual è stata la strada che avete seguito per ottenere questo risultato?

Luca Giaroli: GTO è un progetto maturo, grazie alle numerose esperienze internazionali abbiamo oggi presets che permettono di proporre ai PA man e ai fonici un ottimo punto di partenza. Howard, come ci ha espressamente detto dopo il primo ascolto, ha semplicemente effettuato il balance tra le vie (specie sub e bass) secondo i canoni che il resto del suo setup prevedeva e controllato che gli allineamenti che abbiamo proposto fossero di suo gradimento.
Howard, un esempio di professionalità, passione, umiltà e gentilezza, ha chiaramente detto che dopo tutta una vita spesa nella ricerca della “perfezione”, ha capito che la prima caratteristica da ricercare in un sistema “live” è l’intelligibilità e ha affermato che il GTO è di sicuro tra i sistemi oggi sul mercato che meglio risponde a tale requisito.

ZioGiorgio.it: osservavo che Outline GTO è finalmente “sbarcato” anche in Italia e sta calcando palcoscenici di prestigio. Cosa è successo negli ultimi tempi di risolutivo?

Luca Giaroli: all’inizio del 2015 Outline ha investito molto in “forze fresche e nuove” e in “visibilità” e questo ha permesso di seguire con maggior efficacia tutti i distributori e i partner commerciali del globo. L’Italia non ha fatto eccezione e, grazie anche alla conoscenza diretta del mercato che io stesso ho affinato negli 8 anni della mia precedente avventura, è stato naturale e molto piacevole poter far conoscere e apprezzare la qualità e l’affidabilità dei prodotti Outline. Questa “nuova onda” ha anche permesso di raccogliere i frutti del duro lavoro che Luigi Lombardi e Mods Art (distributore ufficiale per l’Italia ndr) hanno fatto negli anni e oggi, con l’aggiunta di Giacomo Laria nel team, sono davvero pronti e attrezzati per servire al meglio il mercato italiano.
Siamo arrivati a palcoscenici importanti anche in Italia grazie al grande lavoro che aziende italiane come Emporio On Stage, Soundtech, DG System e molte altre stanno facendo grazie anche alla qualità e credibilità dei nostri sistemi e in virtù di una naturale e proficua collaborazione tra le aziende stesse e Outline.

info: www.outlinearray.it 

Aldo Chiappini
Editor-In-Chief

© 2001 – 2016 NRG30 srl. All rights reserved


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