Luciano Ligabue porta in scena un tour negli stadi con uno schema che ormai può essere considerato tipico del rocker di Correggio: palco imponente ed ad “ampio respiro”, grande visibilità da ogni angolazione e uno show illuminotecnico potente e di sicuro effetto.
Che i tempi siano cambiati è apparso quanto mai evidente quest’anno, una stagione dove hanno impazzato – e spesso riempito stadi e piazze – rapper, trapper e pseudo-poppettari che piaccia o no hanno un grosso seguito soprattutto tra più giovani. Questo è stato l’ineluttabile responso del pubblico per la stagione appena trascorsa ed anche un artista come Luciano Ligabue, che da anni attinge ad una fan-base ben nutrita e fedele, ha dovuto cedere il passo e le prime date di questo Start Tour 2019 non hanno ottenuto il successo di pubblico sperato.
Proprio in questo scenario cangiante e mutevole della musica italiana Luciano e il suo entourage hanno però deciso di rilanciare – complice l’uscita di un nuovo album – e mettere in piedi uno show imponente, forse quella che a memoria è la produzione più impegnativa (e probabilmente costosa…) dell’artista emiliano, escludendo solo i vari Campovolo che però per contro sono andati in scena per una data one-shot.
Dal punto di vista tecnico, che è ciò che maggiormente ci interessa, lo “Start Tour 2019” è stato senza dubbio un grande successo, con un palco dal forte impatto e dalle geometrie originali, con un disegno luci impeccabile, potente e con un rigore ed una pulizia di programmazione che poche volte avevamo visto in uno stadio. In ultima analisi un spettacolo che meriterebbe di girare l’Europa ed il mondo intero e che avrebbe certamente reso giustizia alle performance di artisti internazionali al top.
Nelle interviste che seguono cominciamo da Franco Comanducci, Direttore di Prodzuone del tour

il Direttore di Produzione Franco Comanducci.
ZioGiorgio.it: Franco, come prima evidenza un palco imponente ed una produzione che sembra essere decisamente importante…
Franco Comanducci: sia l’Artista sia il management ci avevano chiesto di alzare un po’ l’asticella per questo tour, ed ecco il risultato: 58 metri di fronte palco, 22 di altezza, il palcoscenico profondo 13 metri e largo circa 40 metri e ferro, tanto ferro!
La grandezza del palco peraltro è stata anche vincolata dalla volontà di lavorare con schermi tutti 4/4 un formato inusuale che ha condizionato alcune geometrie e forme.
ZioGiorgio.it: il ferro peraltro è parte integrante dello show…
Franco Comanducci: è tutto a vista ed infatti vive insieme alla scenografia e devo dire che rende molto bene sopratutto con le prime luci.
ZioGiorgio.it: parlaci dei numeri e tempistiche
Franco Comanducci: è una produzione da 15 truck e ci sono due palchi gemelli che girano, mentre le tempistiche sono tre giorni per montare il palco finito e dodici ore per montare la produzione completa e pronta per il soundcheck. Non è per nulla male come tempistica… Per lo smontaggio tieni poi conto che audio/video e luci alle 5 del mattino sono sui camion pronti per partire mentre in un giorno e mezzo esce anche il palco.
ZioGiorgio.it: ma come si fa con i budget che può avere il mercato italiano a mettere in piedi show del genere?
Franco Comanducci: bella domanda! Lo ripeto spesso, le tournèe degli artisti italiani, pur grandi che siano, difficilmente hanno una appendice internazionale. Questo tour per esempio vive per sole nove date, fine. Quindi come si fa a fare le cose belle e di qualità con questi budget? Dal mio punto di vista ci vuole tanta inventiva, che a noi italiani non manca, e tanta passione, che ti garantisco fa ancora grande differenza…
Andiamo quindi a scoprire nel dettaglio e direttamente dalle parole dello Show Designer Jo Campana, il concept visivo di questa produzione.
ZioGiorgio.it: con Comanducci parlavamo del ferro che è di fatto protagonista della scenografia. Puoi dirci qualcosa in più?
Jo Campana: c’è un minimo di tappo ma parte del ferro si vede e spesso viene illuminato. Durante la programmazione la presenza delle strutture in vista è andata oltre le mie aspettative e ho valorizzato ulteriormente il tutto con ottimi risultati. Questa presenza massiccia e solida a livello di impatto visivo è stata messa in risalto con 156 JDC1 di GLP, una strobo mobile estremamente interessante che fa anche da wash.

da sx il LD Jò Campana e Daniele Francesconi. Alle spalle l’imponente struttura in ferro…
ZioGiorgio.it: parlaci più in generale del setup
Jo Campana: come avrai notato il palco è tutto schiacciato su una parete e il frontale risulta semplice ed essenziale. Abbiamo oltre 600 pezzi, molti dei quali alloggiati all’interno di gabbie pre-cablate che fanno da cornice agli schermi e composte ciascuna da Claypaky Mythos, GLP JDC1 e blinder, per un totale di 90 Mythos e 165 JDC1. Poi sono presenti 117 Magic Panel in modalità estesa che formano le due “L” e che gestisco sia direttamente dalla console come una normale fixture luci, sia tramite media server. Chiudono il setup 68 Vari-Lite VL4000 di controluce, Martin MAC2000 come keylight, sei segui e svariate barre LED a terra. Per quanto riguarda il video, partendo dal centro abbiamo 6 schermi 13:13, 9:9, 6:6 e 4:4 più la freccia che utilizzo spesso per richiamare le grafiche del live o i contributi in diretta.
ZioGiorgio.it: abbiamo apprezzato particolarmente il concept asimmetrico. Come siete arrivati a questo?
Jo Campana: in sintesi abbiamo valutato una serie di progetti in un periodo in cui eravamo molto orientati verso l’asimmetria. Contemporaneamente eravamo indecisi su quale scelta adottare e abbiamo optato per questi tre elementi che compongono la grafica dell’album.
ZioGiorgio.it: come gestisci la profondità con così tante fixture posizionate dietro?
Jo Campana: considera che l’approccio illuminotecnico a seconda del brano è voluto e deciso. Ad esempio ci sono momenti in cui non è necessario l’utilizzo del motorizzato, altri dove accendo fino ad un certo punto solamente il floor, altri ancora dove è necessario il coinvolgimento del pubblico e quindi esco con tutto. Il ferro in questo mi aiuta molto in quanto permette di generare quell’effetto dentro/fuori con quei cambi di prospettiva belli da vedere.
ZioGiorgio.it: non possiamo non notare la pulizia ed il rigore nella programmazione, quasi maniacale. Jò, che è successo? Ti stai “imborghesendo“? (ridiamo divertiti ndr)
Jo Campana: chissà, magari con gli anni… (sogghigna Jò). Adesso ci manca che smetto di usare i blinder e la metamorfosi è completa!
Scherzi a parte, mi fa piacere che hai notato questa cosa perché quest’anno, ancor più che gli altri anni, ho dedicato a questo aspetto un sacco di tempo, sia in fase di pre-programmazione sia in fase di prove sul campo. Ci tenevo molto a curare ogni particolare, mi piace molto la precisione nel timing e la pulizia del disegno luci. Sono delle caratteristiche che ho sempre apprezzato in chi fa questo mestiere e un palco del genere meritava certamente questo tipo di attenzioni…
La produzione di “Start Tour” ha introdotto una novità a livello tecnico, che riguarda la distribuzione e la gestione del segnale. Daniele Francesconi ci racconta in cosa consiste.
ZioGiorgio.it: vuoi raccontarci brevemente l’architettura del network di segnale?
Daniele Francesconi: si tratta di un sistema complesso di analisi e distribuzione dei vari segnali su base MANet, con un backup ArtNet. Tale architettura da quanto ne so non è mai stata implementata in un tour italiano, a causa del fatto che molti hardware hanno un limite di gestione dei parametri. Nel nostro caso abbiamo un totale di 12 NPU totali (oltre 60.000 parametri) con 12 switch analogici appositamente costruiti dalla Link per Agorà. Il tutto è contenuto all’interno di 2 dolly 120×240.
ZioGiorgio.it: come mai tutti questi parametri?
Daniele Francesconi: gestiamo 99 universi DMX, dovuti principalmente ai 112 Magic Panel di Ayrton in modalità estesa a 116 canali, come del resto le JDC1 di GLP, impostate a 68 canali. La rete si è inoltre ulteriormente appesantita nel momento in cui gestiamo direttamente con MA i parametri del Meda Server D3 che a sua volta regola ogni singola cella dei Magic Panel.
ZioGiorgio.it: dacci infine due numeri per quanti riguarda corrente e logistica
Daniele Francesconi: il tutto è alimentato da 5 linee da 400 Ampere che tra i tanti gestiscono 78 blinder e 160 GLP JDC1 da 1,5 Kw ciascuno. Le fixture sono state pre-assemblate in 34 gabbie 160 x 230 x 60 e 12 gabbie da 230 x 270 x 60, che di fatto riducono notevolmente i tempi di montaggio ma richiedono una maggiore attenzione nelle fasi di carico e scarico e una manutenzione/controllo costante, visto che i vari fari non sono protetti all’interno dei loro bauli.
Aldo Chiappini
ZioGiorgio Team
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