Cari amici, fa caldo, molto caldo e la stagione “calda”, quella degli spettacoli da vivo, è partita. Certo è che, lo dico senza retorica, non è più come una volta. Già dal titolo avete ben compreso dove vogliamo andare a parare: gli spettacoli di piazza negli ultimi anni sono diminuiti in maniera sensibile se non drastica e questo è imputabile in gran parte alla mancanza cronica di budget che fino a qualche anno fa comuni e privati riservavano alla musica dal vivo.
Ma a ben vedere, non è solo una questione di vil denaro.
Badate bene che in questa sede non stiamo parlando del touring ad alto livello, i grandi nomi girano e spesso fanno folle oceaniche, stiamo parlando della spettacoli minori, quelli di piazza, quelli che un tempo erano organizzati, prodotti e diretti da un’unica persona con al massimo qualche ragazzo volenteroso al seguito. Quanto lavoro mi hanno dato negli anni questi spettacoli…e quanti bei ricordi e quante soddisfazioni. Come molti di voi in quei giorni ho imparato un mestiere. Erano ingaggi che nella stagione estiva davano regolarità, ed erano soldi che entravano, ti permettevano di continuare a crescere anno dopo anno.
Da dove nasce questo cambiamento di abitudini? Come mai gli eventi di fascia medio piccola e piccola stanno scomparendo? Possibile che sia solamente una questione di budget? Si è parlato a lungo della questione e, di certo, alla base c’è una carenza di fondi dei comuni, lo smembramento delle provincie, le difficoltà delle regioni, le complicazioni burocratiche e via andare…
Ma c’è qualche cosa di più….Mi sono accorto nel tempo come ormai manchino le figure professionali in grado di organizzare eventi credibili e che stiano in piedi economicamente. Persone capaci di intraprendere questo mestiere, quello dell’impresario, in grado di reperire budget e di organizzare eventi, insomma per scriverla alla maniera della ZioArea: c’era una volta l’impresario, che ad un certo punto si è rotto gli zebedei e ha abbandonato, lasciando la baracca alle medie e grosse agenzie che, sia detto chiaramente, marciano bene e fanno dei bei bottini.
Mi chiedo, è giusto che si vada in questa direzione? Ci sono margini per rimettere le mani in pasto e ripartire dalla base? E’ realmente un patrimonio che andrà perduto? Senza questi “spettacolini” come sarà possibile fare “palestra” cimentandosi nell’organizzare di un concerto?
Perché, batate bene…è sempre da qui che si comincia…
Aldo Chiappini
Editor-In-Chief
© 2001 – 2016 NRG30 srl. All rights reserved