Rockin’ 1000 è un’esperienza unica, non solo dal punto di vista tecnico come apprenderemo poco sotto, ma soprattutto a livello emozionale: 1000 ed oltre musicisti che suonano tutti insieme ed a tempo è un qualche cosa di “mistico”, di magico. Il rischio è peccare di retorica ma è proprio di magia che si parla, una magia che solo la musica può regalare.
Inutile in effetti anche provare a spiegare la sensazione che si prova ascoltando un’orchestra di questo genere, che ha un impatto sonoro ed energico sul pubblico devastante! Alla data di Firenze ospite illustre Courtney Love, persona alcune volte criticata e criticabile forse, ma con un carisma sul palco dirompente.
Alla crew tecnica non può che andare il nostro più grosso plauso ed ammirazione data l’unicità e la complessità dell’evento che ha richiesto uno studio ed una sperimentazione praticamente da zero, prima di arrivare al risultato finale.
Andiamo a leggerci le interviste, tutto d’un fiato!
Francesco “Cecco” Penolazzi è il “visionario” che, fin dalla prima ora, nel 2015, ha pensato e realizzato il progetto audio, con le dovute migliorie dettate dall’esperienza.
ZioGiorgio.it: ciao Cecco, da dove partire? Dalle 1657 cuffie che corrispondo ad almeno altrettanti musicisti per un evento che, sono sincero, è difficile da inquadrare dal punto di vista tecnico. Aiutami tu!
Francesco “Cecco” Penolazzi: le 1657 cuffie sono un dato di fatto, e servono per monitorare i musicisti che, come avrai visto, sono divisi per sezioni e disposti con una certa logica sul campo. Però, al di là dei numeri, e prima di entrare nel vivo degli aspetti tecnici qui a Firenze, merita fare un passo indietro…
Quando mi chiamarono per gestire tecnicamente l’evento per la prima data di Cesena nel 2015 – anno in cui nacque il progetto – nessuno di noi sapeva esattamente cosa aspettarsi.
La più grande domanda era ovviamente come avrebbero fatto tutti i 1000 musicisti ad andare a tempo!
In seconda battuta bisognava capire come amplificare gli strumenti. Voglio sottolineare che non esisteva al mondo nessun’altra esperienza anche lontanamente simile, nessun collega, italiano o straniero che fosse, al quale chiedere un consiglio pratico.
Ci siamo resi conto fin da subito che un approccio per così dire “convenzionale” al progetto non sarebbe stato utile e funzionale, ma bisognava piuttosto “inventarsi” un metodo di lavoro che fosse efficace e ci portasse al risultato perché, sia chiaro, anche se con poco budget, nessuno del team tecnico ci teneva a fare brutte figure!
La seconda cosa di cui ci siamo resi conto, appena cominciate le prove e che ci ha sorpreso in positivo, è stata che i 1000 musicisti dopo un certo periodo di adattamento andavano, quasi fisiologicamente, tutti a tempo. Certo, questo grazie certamente al monitoraggio, ma non solo…
Non so come potrei spiegare tecnicamente questa cosa, o meglio, è possibile spiegarla andando a citare alcune teorie che mi sono andato a studiare ma che non farebbero comunque comprendere a fondo il fenomeno che ha, a tutti gli effetti, qualche cosa di magico! È la pura e semplice magia della musica che può mettere insieme mille ed oltre musicisti e farli suonare insieme a tempo e senza problemi di sorta.

Francesco “Cecco” Penolazzi e Luca Stefani
ZioGiorgio.it: passiamo alla ripresa vera e propria. Come hai organizzato il lavoro?
Francesco “Cecco” Penolazzi: questa è da considerarsi alla stregua di una grande orchestra anche se con strumenti amplificati e, come per le orchestre di musica classica, bisogna andare a ricercare il suono più naturale possibile. Abbiamo perciò usato sia microfoni panoramici sia lo Schoeps in Close Miking su alcuni strumenti. Per farti un esempio ci sono circa 20 bassi in DI box, 30 chitarre amplificate, tastiere tutte in diretta, diverse batterie amplificate sparse nel set up, 105 microfoni per i 100 coristi e altro ancora.
Se la tua prossima domanda è “come avete scelto cosa amplificare?” ti rispondo subito semplicemente e onestamente “ad orecchio”! Siamo andati in giro per il prato e abbiamo piazzato i microfoni sugli strumenti che più ci piacevano, per un motivo o per l’altro. Quelli che pensavamo potessero essere utili al mix finale. Peraltro, nel mix finale, tutti questi canali in entrata vengono poi scelti e ovviamente miscelati fino a che – guarda un po’ dove si va a parare – non si ottiene il giusto sound…
ZioGiorgio.it: ci sono batterie riprese dai panoramici, dai close miking, e poi ancora tastiere in diretta e riprese dagli ambienti, voci, chitarre. Mi chiedo come si possa gestire la fase in una situazione del genere.
Francesco “Cecco” Penolazzi: questa è una domanda ricorrente e ti posso dire che in questo caso devi cominciare a pensare in modo diverso. Qui la fase è qualche cosa di “fisico” perché – detto in soldoni – dopo un certo numero di sorgenti che emettono tutte insieme, prevale sempre la fondamentale. Significa gestire il mio ritardo insieme al suo modo di suonare leggermente in anticipo. Il ritardo del segnale di quel microfono del rullante sommato al colpo perfettamente a tempo dell’altro restituiscono un suono in fase, o comunque udibile e sufficientemente definito. Ma a rendere unico tutto ciò è la potenza sonora unica ed avvolgente che può darti questa orchestra e che puoi comprendere solo stando qui ad assistere al concerto. Come vedi anche le varie sezioni sono state messe con un criterio così da simulare come se davanti ci fosse uno stereo gigante, largo come tutta l’orchestra. Abbiamo previsto un rinforzo sonoro, opportunamente tarato e ritardato ma che serve appunto come rinforzo.
In questo senso ci è stato utile andare a ristudiare tecnicamente nel dettaglio esperienze agli albori della musica rock come il “Wall of Sound” dei Greatful Death, dove c’è un impianto di diffusione per ogni strumento…
Con Luca Stefani invece svisceriamo gli aspetti più tecnici, compresi quelli relativi all’organizzazione delle regia.
ZioGiorgio.it: ciao Luca, puoi intanto spiegarci come è composta la regia?
Luca Stefani: abbiamo due Yamaha PM10, più un QL5 che gestisce i monitoraggi e un QL1 che fa la parte di monitoraggio esclusiva del direttore.
ZioGiorgio.it: chi fa cosa in regia, come sono divisi i banchi tra te e Cecco?
Luca Stefani: in realtà il metodo di lavoro, vista la particolarità dell’evento, è un po’ atipico. Durante il concerto solo io sono qui fermo in regia, mentre Cecco si muove costantemente nella venue per darmi indicazioni in tempo reale su mix e bilanciamento. Uno dei due PM10 poi rimane pressoché immobile durante il concerto, poiché su questo banco abbiamo fatto un premix a steams di voci e tastiere che rilanciamo poi sull’altro PM10 dove poi mixiamo tutto il resto.
ZioGiorgio.it: avete canali diretti, microfoni di ripresa panoramica e close miking. Alla fine della fiera, di quanti microfoni stiamo parlando?
Luca Stefani: sull’anello TWINLan – la rete interna dei banchi Yamaha – abbiamo 382 canali ai quali ne vanno aggiunti altri 60 della rete DANTE che si occupa invece di rilanciare tutte le comunicazioni dei segnali dei mixer, come gli steams etc… Inoltre registriamo e mandiamo tutti i canali a Sandro “Amek” Ferrari via DANTE che poi lui converte in MADI per la registrazione multitraccia su HD.
ZioGiorgio.it: rivolgo anche a te la domanda sulla fase, perché è la cosa che teoricamente può risultare più complicata da gestire…
Luca Stefani: diciamo che come base abbiamo gestito i microfoni di ripresa rispettando le regole geometriche (intese come rapporto tra distanza ed altezza della sorgente di ripresa) che si applicano per la ripresa di una qualsiasi orchestra. Quindi, già con queste regole ben chiare ed applicate si scongiurano molti problemi. Ci sono poi i microfoni “closing” e che vanno quindi opportunamente ritardati. Cerca però di resettare la mente e vedere le cose da un punto di vista differente, poiché questo concerto è qualche cosa di completamente nuovo anche dal punto di vista tecnico.
Dei ritardi sui canali ci sono, come ti dicevo prima, ma sono ritardi diversi in relazione al punto di ascolto ed in relazione al cluster sul quale si ascolta. Per questo è determinante girare per la venue e ricercare “ad orecchio” il risultato migliore, ancor prima che basarsi sulla teoria.
Tutto questo perché, lo scopo finale, è ricreare un rinforzo sonoro dato con l’impianto, un rinforzo che aiuta solamente un’orchestra che suona già molto forte e che ha un impatto sonoro pazzesco. Quindi, nelle nostre prove, il risultato migliore lo abbiamo ottenuto quando siamo riusciti a far “scomparire” virtualmente l’impianto di sonorizzazione, ossia fare in modo che il suono dei diffusori si percepisse come un tutt’uno col suono diretto.
ZioGiorgio.it: parliamo dei monitoraggi…
Luca Stefani: tutto ruota intorno ai click che ogni sezione può avere in maniera dedicata. Dal QL5 mandiamo via radio i vari segnali e tutti i musicisti di quella sezione si “agganciano” col loro bodypack alla frequenza assegnata, così da sintonizzarsi appunto su un certo canale. Sul campo ci sono in effetti centinaia e centinaia di ricevitori che abbiamo noleggiato dai vari rent, testato e programmato. Un bel lavoro in origine ma che se fatto prima con perizia, dopo risulta abbastanza logico e semplice da gestire.
Per quanto riguarda poi il monitoraggio vero e proprio dei musicisti – detto che per il Maestro forniamo un mix ad hoc fatto col QL1 – nulla di particolarmente differente rispetto ad un monitoraggio normale. Abbiamo semplicemente cercato di fornire un mix di massima che andasse bene per tutti i musicisti delle varie sezioni.
Giulio Gandini di Outline di racconta invece le caratteristiche del sistema di amplificazione.
ZioGiorgio.it: Giulio, puoi descriverci brevemente il sistema?
Giulio Gandini: il sistema di sonorizzazione utilizzato per lo stadio è composto da 20 Outline GTO, 36 Outline GTO C-12, 16 Outline DBS18-2, 8 Outline LAB 21, 6 Outline Vegas 15 CX (come fold back, utilizzato dal direttore e dallo stage manager per comunicare con i musicisti), 2 Outline Vegas 12 (monitor sul palco in supporto agli in-ear), 6 rack di amplificatori con 16 amplificatori Powersoft X8, per un totale di 128 canali di amplificazione disponibili. A gestire il tutto ancora una volta troviamo il processore di segnale Outline Newton. Sul campo di gioco e nelle zone limitrofe, in maniera simmetrica, abbiamo disposto 10 cluster di line array appoggiati su pedane e 6 stack di sub, seguendo le indicazioni e le esigenze dei fonici che, avendo partecipato alle edizioni precedenti, sono stati molto precisi nelle richieste.
Nello specifico l’obbiettivo di questo sistema di amplificazione è di rinforzare il suono proveniente dalle diverse aree in cui erano disposti i musicisti. Per questo la disposizione ed il puntamento dei cluster risulta un po’ originale, o meglio è l’esatto opposto di quanto andrebbe fatto per coprire in maniera omogenea uno spazio ampio. Il motivo di questa esigenza da parte dei fonici è che in questo caso abbiamo un “palco” largo quanto la larghezza del campo da gioco. Una situazione certamente inusuale e che richiede un approccio altrettanto originale. Per restituire al pubblico l’energia e la carica emotiva di 1500 persone è indispensabile che la percezione dell’immagine sonora sia il più possibile fedele. La disposizione dei cluster, la creazione di un mix dedicato per ciascuno di questi e la tipologia di casse utilizzate sono stati gli elementi indispensabili per ottenere il risultato voluto.
A livello di distribuzione di segnale, tutti i 16 mix sono stati mandati a Newton tramite protocollo Dante e da questo, sempre tramite Dante, ai 16 amplificatori Powersoft X8. Per la prima volta ho avuto modo di testare una versione preliminare di Armonia 3 per il controllo degli amplificatori. Newton è stato specificato per effettuare delle regolazioni rapide in caso di problemi con i collegamenti di rete e per ridistribuire il segnale. Dato che durante le tarature non ci sono stati problemi con le reti, abbiamo preferito rilanciare gli stessi segnali su backup analogico direttamente dalla stagebox verso gli amplificatori.
Ok, mi avevi chiesto “brevemente” ma forse valeva la pena dilungarmi un attimo…
ZioGiorgio.it: puoi parlarci nello specifico di come hai tarato, controllato ed verificato tutto il sistema?
Giulio Gandini: prima del montaggio e del collegamento dei cavi io e i tecnici di Powersoft abbiamo controllato ogni singola cassa con FAST-QC, un dispositivo dedicato di Outline e pre-caricato i settaggi negli amplificatori. Una volta eseguiti tutti i collegamenti, e con le usuali difficoltà legate a spazi così estesi, abbiamo usato Armonia 3 per far generare un segnale audio dagli amplificatori e testare individualmente ogni via. Successivamente siamo passati ai test dei segnali e dei backup, allineando il segnale principale digitale Dante con gli analogici.
In seguito abbiamo rilevato le diverse risposte in frequenza in diversi punti dello stadio utilizzando SMAART verificando quanto ci si aspettava dalle simulazioni eseguite con OpenArray.
L’utilizzo di sistemi appartenenti alla stessa famiglia ha semplificato di molto la taratura, ma dovevamo tenere conto della parte riservata al pubblico, suddiviso tra la tribuna centrale coperta e le due curve scoperte. Per questo motivo i sistemi orientati verso la parte scoperta sono stati regolati in maniera diversa rispetto agli altri. Di sicuro è stata fondamentale la collaborazione tra i team di Outline e Powersoft e i fonici (Francesco Penolazzi e Luca Stefani) che, avendo ben presente gli obiettivi da raggiungere, hanno permesso di ottenere il risultato voluto.
ZioGiorgio.it: quali sono state le richieste – ed eventualmente le criticità – nel realizzare questo tipo di installazione?
Giulio Gandini: la richiesta più particolare è stata inerente la disposizione delle sorgenti acustiche, sulla quale abbiamo discusso e proposto diverse soluzioni nei mesi precedenti l’evento. Una volta definite queste posizioni è stato necessario utilizzare sistemi con una guida d’onda precisa al fine di ottenere una copertura verticale omogenea, ma anche sufficientemente potenti così da poter restituire un’energia elevata. Ci è stato richiesto di creare stack abbastanza grandi al fine di avere un buon controllo ed una buona proiezione anche alle basse frequenze, importantissime per trasmettere emozioni ed energia sugli spalti. Ecco perché la scelta è ricaduta su sistemi GTO e GTO C-12, forniti dai nostri GTO rental partner Emporio on Stage e Soundtech, con qualche aggiunta da parte nostra e di Powersoft. Il puntamento è stato accuratamente definito con l’ausilio di OpenArray, che ha permesso di ottenere i risultati voluti. Uno degli aspetti più critici è stata la ricerca del materiale “extra” in un periodo in cui molti service sono decisamente impegnati.
Una manifestazione come Rockin’ 1000 è molto particolare e quindi chiede di rivalutare i propri metodi di lavoro chiedendosi se ha senso applicare le regole utilizzate solitamente. Il dialogo e il confronto tra tutti i componenti della crew audio ha consentito di raggiungere l’obiettivo principale di questo evento: restituire l’entusiasmo e l’energia dei 1500 musicisti a tutte le persone dello stadio, creando momenti da autentici brividi.
Thiago Terra ci parla invece della gestione del reparto amplificazione con i finali Powersoft.
ZioGiorgio.it: ciao Thiago, di cosa ti occupi?
Thiago Terra: sono application engineer per Powersoft. Abbiamo un numero importante di finali per questo evento e sono incaricato della gestione e soprattutto del controllo delle macchine e del setup tramite il software remoto in dotazione. Abbiamo 16 finali X8 da otto canali che servono per pilotare l’intero sistema Outline di cui ti ha parlato poco fa Giulio, ed in aggiunta degli amplificatori posti sotto il palco e che servono per amplificare i monitor per il Direttore d’Orchestra.
ZioGiorgio.it: poco fa mi parlavi di una novità interessante in merito al software di gestione. Puoi spiegarci meglio?
Thiago Terra: la vera novità è che qui stiamo usando Armonia Plus, uno sviluppo del software Armonia che probabilmente sarà disponibile per il pubblico alla fine di settembre più o meno. È un software completamente riformulato che risulta essere molto più semplice da utilizzare a tutti i livelli, con tutta una serie di pagine extra dove compaiono graficamente meetering, impedenze, patch e qualsiasi altra cosa possa essere utile in ambito live.
Armonia Plus in effetti è stato espressamente pensato e sviluppato per le applicazioni touring e live, anche se per le installazioni probabilmente, almeno al momento, è ancora più indicato Armonia nella versione 2.11 (a agosto 2018 ndr).
Passiamo agli aspetti illuminotecnici con Claudio Tappi, LD delle ultime edizioni dell’evento, alle prese con una situazione piuttosto fuori standard, con l’esigenza di creare una atmosfera tipica rock senza l’ausilio di truss o altre tipologie di strutture front e back.
ZioGiorgio: una situazione anomala con uno stadio intero da illuminare. Raccontaci l’approccio a questo tipo di allestimento.
Claudio Tappi: è una esperienza che abbiamo già fatto due anni fa, ed è sicuramente una cosa nuova ed inusuale in quanto abbiamo un campo di calcio che devi sfruttare per illuminare un migliaio di musicisti. Questa volta l’approccio è stato di tipo non convenzionale comprendendo anche l’utilizzo di palloni che hanno il compito di dare un minimo di luce all’intero parterre e quindi di rendere uniforme il campo per le eventuali telecamere e per permettere al pubblico di godersi l’esibizione.

Claudio Tappi e Manuel Gamberini
ZioGiorgio.it: c’è anche dell’effettistica come in ogni concerto rock?
Claudio Tappi: abbiamo dovuto prendere in considerazione l’utilizzo delle tribune per tutti gli effetti di back e naturalmente coinvolgiamo anche il pubblico con una illuminazione che non è sicuramente delle più discrete e che ha bisogno di essere presente perchè conoscendo il genere è necessario coinvolgere anche il pubblico in maniera totale. Per far sentire lo spettatore protagonista è fondamentale anche una partecipazione di carattere visiva con molte fixture indirizzate sugli spalti. Il set non sarà mai buio.
ZioGiorgio.it: vuoi darci dei numeri?
Claudio Tappi: alla fine siamo sui 400 pezzi suddivisi in 29 universi e gestiti da due Chamsys, una main e una di backup. Alla fine sono quasi tutte fixture a LED, a parte gli Evo e i Raptor di DTS. Abbiamo poi i Katana e Nick sempre di DTS, High End Systems Sola per la luce di rinforzo sui musicisti e dei Robe Robin 1200 Wash LED per il coinvolgimento del pubblico.
ZioGiorgio.it: gestirai il tutto busking o con una vera e propria programmazione?
Claudio Tappi: abbiamo preparato una pre-programmazione su cue, dando comunque spazio all’intervento manuale visto che gli arrangiamenti dei 1000 sono leggermente diversi dai brani originali.
ZioGiorgio.it: ci sono state difficoltà prettamente tecniche in fase di setup?
Claudio Tappi: riguardo i cablaggi, a parte una quantità elevata di cavi, dovevamo assicurarci che le distanze dei Cat5 fossero rispettate per evitare perdite di segnale. Poi il tutto prosegue con un setup classico e una serie di nodi ArtNet/DMX che gestiscono i diversi settori. Dal lato regia abbiamo invece uno switch di rete che permette in caso di problemi di passare in modo automatico dalla console main a quella di backup.
Chiudiamo il racconto di questa esperienza interessante, affascinante, piena di emozioni ed originale con il video del backstage dell’evento.
La Redazione
ZioGiorgio.it
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