Sarò onesto, mi piacciono da sempre i Negrita e ho sempre apprezzato le loro performance dal vivo, fin dai tempi non sospetti. La loro musica è caratterizzata da riff di chitarre taglienti e “sudaticce” più che da mielose melodie mediterranee, anche se la sapiente fusione tra rock di matrice “americana”e la tradizione cantautorale italiana sembrano aver trovato la giusta fusione nella discografia di Pau e compagni.
Ed ho sempre apprezzato anche il loro sound da vivo, puntualmente affidato a fonici capaci e di provata esperienza. Da qualche anno dietro al mixer c’è Davide Linzi, da considerarsi ormai a ragion veduta uno dei più preparati e capaci tra le “giovani leve”. (Dando per assodato che a quarant’anni – circa l’età di chi scrive – nella società di oggi si è ancora molto giovani! ndr)
Quello che abbiamo ascoltato a Forte dei Marmi era un mix molto preciso e di impatto, nonostante un volume piuttosto basso a causa delle limitazioni imposte. Ben definite e intrecciate a livello di “amalgama” (certo molto lo fanno gli arrangiamenti ndr) le chitarre e con una voce che sembrava provenire finalmente e dannatamente da dove naturalmente dovrebbe provenire, ossia dal centro del palco e con una posizione a livello percettivo/spaziale corretto. Nè spalmata in faccia all’ascoltatore e neppure proveniente dall’alto, su a 10 metri ed oltre di altezza dei cluster.
Anche lo show illuminotecnico si è rivelato molto efficace, seppur in mezza produzione ed in situazione di festival, un binomio che spesso non permette di realizzare lo spettacolo “main” come era stato pensato. Alla console, un’altra giovane leva, Davide Pedrotti che ha improntato lo show utilizzando una grande metratura di video, per lo più usato per effettistica, tanto controluce, strobo a gogo e poco spazio per fronzoli inutili ed esercizi stilistici, rendendo anzi giustizia all’anima rock della band. E poi loro, i Negrita, che nonostante un momento difficile che, per loro stessa ammissione hanno passato nell’ultimo anno, rimane una band vera, di musicisti veri e che suona e gestisce il palco con sapienza e poche “menate”!
In prima istanza abbiamo fatto due parole con Michele Montesi, Tour Manager dell’evento che ci ha inquadrato la situazione in relazione a numeri e forza lavoro per poi passare ad intervistare, al termine del sound check, Davide Linzi, Davide Pedrotti e Michele “Sam” Cigna al mixer di palco.
Per onore di cronaca, va detto che tutta la crew ha dovuto “pedalare” più veloce del solito durante il primo pomeriggio, a causa di un ritardo nel montaggio dipendente da un forte temporale estivo che ha investito la Versilia e che ha causato un ritardo stimato di circa due ore sulla schedule prestabilita.
ZioGiorgio.it: ciao Michele, che ruolo hai in questa produzione?
Michele Montesi: sono stato chiamato dall’agenzia Vertigo per fare il tour manager e, in particolare, mi interfaccio con tutti i “locali” affinché vengono rispettate tempistiche e schede tecniche come da rider. Sempre per Vertigo mi occupo di tutto ciò che è amministrazione, quindi incassi, prevendite etc…
ZioGiorgio.it: visto che hai avuto a che fare con molti promoter locali, quali sono ad oggi le difficoltà maggiori?
Michele Montesi: spesso i promoter e le organizzazioni che ci ospitano tendono a tagliare quelle che sono richieste di persone local, come facchini, sul catering e sull’hospitality in genere, fermo restando che sulle richieste più prettamente tecniche non c’è molto margine di sintesi. Devo anche dire che questa produzione è stata studiata per essere abbastanza snella. Siamo una crew di 12 persone, alla quale si aggiungono 6 musicisti e due band assistant ed in più chiediamo su piazza dagli 8 ai 10 facchini, quindi nulla di complicato o esoso.
ZioGiorgio.it: siete in mezza produzione, come vi siete trovati col materiale noleggiato di volta in volta?
Michele Montesi: devo dire che ho trovato buon materiale in generale, anche se nei festival non riusciamo a montare tutto come vorremmo. Come poi ti spiegherà Pedrotti lo show è fortemente caratterizzato da una serie di LEDWall che abbiamo al seguito e che vanno montati in un certo modo…
Passiamo subito agli aspetti illuminotecnici con Davide Pedrotti che ci illustra la parte visual dello show.
ZioGiorgio.it: ciao Davide, oggi giornata non semplice, causa maltempo… Come hai gestito la giornata? Qual è la strategia in questi casi?
Davide Pedrotti: già, purtroppo abbiamo dovuto ritardare il montaggio di due ore abbondanti e quindi, per contro, ho dovuto accelerare i tempi. In questi casi, quando manca il tempo, bisogna badare al sodo, ma per fortuna ormai ho un mio schema mentale che mi permette di affrontare anche queste situazioni. Di certo la cosa più importante è allestire le macchine, prendere nota della patch che c’è in loco, accendere la console e far in modo che tutto funzioni. Dopo si può cominciare a lavorare su cue e programmazione per riadattare al meglio lo spettacolo.
ZioGiorgio.it: da dove parte il progetto e come si è sviluppato?
Davide Pedrotti: disegno e programmazione è tutta opera mia ed è un downgrande di quello che avevamo già messo in scena nei palazzetti ad aprile. Originariamente il tetto era a forma di cuneo, di freccia, una figura che stava a simboleggiare la volontà della band di fare breccia nel cuore dei fans con i nuovi pezzi. Poi avevamo due passerelle disposte a “V” o freccia rovesciata che simboleggiavano invece l’abbraccio della band al loro pubblico, proprio a dire “siamo ancora qui”, dopo un momenti di riflessione e difficoltà dei Negrita.
Questo schema risultava essere un po’ complesso da portare in giro nell’estiva, nei festival e nei palchi residenti in genere, così abbiamo cercato di semplificare, pur mantenendo i tre LEDWall disposti su piani diversi che caratterizzano molto lo show.
ZioGiorgio.it: cosa porti in giro come materiale e cosa chiedi su piazza?
Davide Pedrotti: oltre alla console GrandMA portiamo 8 Claypaky K20, 6 Martin Mac Aura, 4 Strobo X-Flie SGM e poi il LEDWall. Per il resto la mia richiesta è mista di Spot, Wash e Beam di una certa qualità e di quel che chiedo – che non è molto – non posso rinunciare a nulla praticamente. Posso variare la quantità, ma non le tipologie.
ZioGiorgio.it: che fixuter hai trovato in giro? Macchine di qualità o “vecchi barattoli”?
Davide Pedrotti: no, vecchi barattoli direi di no, però sta prendendo molto piede la macchina “simile a quella più bella” anche se, purtroppo, non è mai come l’originale. Sono dinamiche economiche che posso anche capire, soprattutto per certi service che non hanno possibilità di lavorare costantemente tutto l’anno. Comunque non mi sono mai trovato in situazione per così dire drammatiche quindi il bilancio è positivo.
ZioGiorgio.it: la metratura di LEDWall è importante, come hai mediato – al solito – tra LED e illuminazione tradizionale?
Davide Pedrotti: il LEDWall è praticamene acceso dall’inizio alla fine e riveste un ruolo fondamentale, anche in termini di luce. Anche per questo ho bisogno di macchine performanti in termini di potenza ed efficacia luminosa. Tutto questo LED crea, di fatto, uno show molto in controluce ma che si addice all’anima rock dei Negrita e poi, con l’espediente di essere su tre livelli diversi, riesce a dare profondità alla scena.
ZioGiorgio.it: e poi molti tagli che, lo abbiamo ripetuto più volte, sembra che siano sempre un po’ dimenticati negli show…
Davide Pedrotti: io per contro li uso moltissimo, anche per illuminare i musicisti. Trovo che offrano molti vantaggi, tra i quali senza dubbio la possibilità di giocare di profondità e colorare il palco in maniera ottimale. Certo ho anche delle fixtures appese per i frontali, ma non ho necessità di sparare bianchi sui musicisti, ti ripeto, è comunque un approccio tendenzialmente rock il loro, da sempre…
Con Davide Linzi diamo un’occhiata alla regia di F.o.H.
ZioGiorgio.it: Davide, siete in mezza produzione, quindi, a maggior ragione, è bene organizzarsi una regia FoH efficiente e con tutti tools che servono. Ho visto comunque qualche “oggettino” interessante…
Davide Linzi: in FoH io mi occupo sostanzialmente sia del mix sia del PA. Quindi, oltre a portarmi il banco AVID S6L che avevo già nei palazzetti, con tutte le altre macchine che uso solitamente, ho cercato di portare anche tutti gli strumenti per ottimizzare al meglio il PA, quindi i miei microfoni di misura, lo SMAART come software e poi, dulcis in fundo, grazie ad Outline un bel Newton che trovo sia una macchina fantastica e che mi ha salvato il sedere in molte situazioni…
ZioGiorgio.it: per esempio?
Davide Linzi: all’occorrenza lo uso anche come scheda audio e soprattutto in qualsiasi momento posso dare o ricevere un feed a chiunque me lo chieda ed in qualsiasi formato. Non è raro che, soprattutto nei festival, arrivi un tizio 5 minuti prima del concerto dicendoti che vuole un segnale audio per il TG o per la televisione di turno, con Newton questo mi preoccupa poco. Inoltre la uso come matrice per i vari impianti, dato che chiedo che su piazza mi vengano date le uscite separate in modo che io possa controllare allineamenti, equalizzare le mandate diversamente con una flessibilità ed una velocità di intervento che altrimenti non avrei. Prima infatti giravo con due o tre computer e altrettante macchine dedicate.
ZioGiorgio.it: e poi hai un sommatore della Teknosign…
Davide Linzi: ho conosciuto il prodotto e l’azienda grazie ad Andrea Corsellini e con loro, che sono stati veramente molto gentili e collaborativi, è nato una bel rapporto costruttivo. Anche se non mi considero un fonico così rinomato, mi fa piacere comunque portare avanti prodotti italiani che, soprattutto, sono al top della categoria (troppo modesto… ndr). Peraltro uso questo sommatore in maniera un po’ particolare, nel senso che uso gli attenuatori come ultimo stadio del mix finale. Quindi, cerco di uscire dai miei gruppi dal banco al massimo, andando invece a variare il balance nei vari steam del sommatore che sostanzialmente sono 15 tra batterie, chitarre, voci, cori etc…
Sto sperimentando questa cosa, proprio su consiglio di Teknosign, per capire se questo espediente mi possa far recuperare qualche cosa in termini di headroom dalla macchina analogica (il sommattrore ndr). Appena finito il tour farò delle prove più “scientifiche” con delle misure il più possibili veritiere per capire cosa succede in effetti ce se tutto ciò può apportare qualche beneficio anche utilizzando un banco di alto livello come S6L…
ZioGiorgio.it: i due distressor?
Davide Linzi: uno lo avevo già sulla voce di Pau nel tour dei palazzatti e si è rivelato utile anche durante l’estiva. Per lo più lo uso per avere controlli diretti e molto efficaci in situazioni “critiche” o quando Pau canta molto forte. Il secondo lo uso sul basso che è un elemento sensibile nel mix e, anche in questo caso, credo che restituiscano qualche cosa in più termini di sound.
ZioGiorgio.it: come ti relazioni nei casi che, come oggi, ci sono restrizioni in termini di volume importante, al limite della decenza oserei dire.
Davide Linzi: devo abbassare, ma io sono della filosofia che tutto sul palco si deve sentire e bene, quindi se abbasso, abbasso tutto il mix andando a ricercare intelligibilità. In questo caso il problema è quello di dare “un senso” ad un sound come quello dei Negrita che ha bisogno del giusto coinvolgimento e la giusta “pacca”. Per fare questo tendo ad impostare un suono un po’ più “masterizzato”, impacchettato, che magari può risultare un po’ meno coinvolgente, ma per contro mi da la possibilità di sentire tutti gli strumenti. Ovvio che mi piace quando posso schiacciare di più il gas, ma oggi questo è…
ZioGiorgio.it: parliamo di chitarre, che nei Negrita rivestono un ruolo importantissimo e sono spesso arrangiate all’americana, con parti intrecciate e sonorità sovrapposte. Cosa ti ha chiesto la band all’inizio della tua avventura con loro?
Davide Linzi: l’approccio al mondo Negrita vede certamente in testa il suono della chitarra e, in un certo senso, ne rappresenta la firma, l’impronta stilistica. Cerco in prima istanza di tenerle piuttosto aperte nel mix, nei limiti del possibile, e questo mi permette anche di distinguerne meglio le sonorità. Abbiamo poi lavorato molto sulla ripresa degli amplificatori nel tempo, cambiando microfoni, ricercando le posizioni e le angolazioni migliorie proprio per valorizzare al massimo le sonorità che, di base, sono già molto belle.
Di certo ho un approccio leggermente differente con l’uso delle dinamiche, in quando Drigo come sai suona con le mani, Mac (Cesare) prettamente col plettro e questo si traduce in una differenza di timbrica e di attacco della nota. Ed ancora spesso vado ad agire sull’EQ del gruppo delle chitarre – anche in virtù dei diversi impianti audio che usiamo – proprio perché le considero un blocco unico, che deve funzionare insieme.
ZioGiorgio.it: cosa hai sui Cabinet di Drigo (stage Left), non mi sembrano familiari.
Davide Linzi: sono dei condensatori della Aston Microphone e più precisamente Origin, veramente molto belli e nemmeno così costosi. Mac uso invece due microfoni che appartengono a lui: un Sennheiser 421 vintage ed un “antenato” dello Shure SM57 che suona molto diverso. Ti dico la verità, non amo molto i mics che si vedono spesso nei rider perché amo sperimentare e, sperimentando, mi è capitato spesso di trovare alternative migliori. Non sempre, ma spesso..
Per esempio, altro mic interessante è lo Starlight, sempre Aston, che uso sopra la batteria che sono una coppia stereo matched e hanno la caratteristica che trovo utile ed interessante di avere i puntatori laser sulla testa, così da facilitare i puntamenti.
ZioGiorgio.it: quanto è importante per te l’aggiornamento e lo studio?
Davide Linzi: ovviamente fondamentale. Io mi posso considerare un fonico di “nuova generazione” anche se sono come te sulla quarantina e, quelli della nostra generazione, hanno fatto i conti con il cambiamento tecnologico e col digitale e, ad oggi, con una serie di tecnologie – vedi segnali e trasmissione dati – che presuppongono una mole di informazioni ragguardevoli. Per me quindi è assolutamente necessario imparare la “grammatica” del nostro mestiere, poi le regole possono essere messe in discussione, variate, riscritte, ma sempre tenendo ben presente le basi. Con Mister X negli anni ho lavorato per molte produzioni internazionali e devo dirti che il continuo confronto con colleghi italiani e non mi ha aiutato non poco.
Chiudiamo questo giro di interviste con Sam Cigna, impegnato nel mix di palco.
ZioGiorgio.it: ciao Sam, è qualche anno che non tornavamo a far visita ai Negrita e qui sul palco vedo già una novità importante…
Sam Cigna: abbiamo fatto un passo importante e, a parte il batterista, come vedi sono tutti in IEM. Una situazione ormai consueta nei live ma non per loro. Rimangono sul palco una coppia di d&b M2 con finali d12 sempre d&b per il batterista ed un’altra per Pau (voce) che servono in alcuni momenti.
ZioGiorgio.it: è una band che sul palco “suona” decisa, con volumi da rock band vera. Come è stato il trapasso?
Sam Cigna: nessun trauma, sono dei musicisti eccezionali e soprattutto persone con le quali lavorare è realmente facile. Abbiamo lavorato bene in fase di allestimento ed adesso è tutto molto più semplice.
ZioGiorgio.it: banco di regia e dotazioni varie, inclusi sistemi wireless etc?
Sam Cigna: ho un AVID S6L che trovo decisamente superiore alla generazione passata, un grande salto di qualità sul quale ho 56 canali di input list. Conta che sdoppio alcuni canali, in patch, così da avere la possibilità di trattarli completamente in maniera differente. Zero outboard esterno come puoi vedere e per contro una serie di plug-in con i quali mi trovo benone, per esempio ho la suite Mc-DSP, Waves etc, dalle quali uso diverse cose “pescando” tra de-esser, EQ e dinamiche. Tutto il reparto Wireless – fondamentalmente composto da PSM1000 di Shure – è poi gestito con Wireless Workbench per il coordinamento e con WinRadio per la scansione.
ZioGiorgio.it: mi stavi facendo vere che sul banco usi diversi “shortcuts” ma non usi snapshot, come mai?
Sam Cigna: quasi mai uso snapshot sul palco, anche con artisti diversi dai Negrita. Penso che cambi scena, con differenti livelli ed impostazioni, possano compromettere in qualche modo la percezione che i musicisti hanno della loro musica sul palco e quindi comprometterne l’esecuzione. Se perciò devo limitare le snapshot ad assegnazione di mute e poco altro, preferisco usare tasti e macro che trovo altrettanto utile. S6L poi in questo senso è molto performante…
ZioGiorgio.it: come hai affrontato la questione “volume” in questa data di oggi dove le restrizioni in termini di pressione sono piuttosto rigide?
Sam Cigna: lo affronterò appena arrivano i musicisti sul palco! Di certo ci sarà da abbassare gli amplificatori delle chitarre soprattutto e quindi adeguare i guadagni sul banco, ma non è una cosa che posso fare senza di loro. Sono aspetti delicati e per questo mi auguro che si possa fare sound check prima possibile…
Aldo Chiappini
ZioGiorgio Team
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